MAURA PROSPERI
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La danza delle ombre_Dialogo con l'Infrasottile

In queste installazioni, faccio sì che gli elementi della luce e dell’ombra stringono un rapporto di fondamentale importanza. L’ombra incarna il ruolo di rivelatore di realtà altra, andando sovrapponendosi alle matrici plastiche dalle quali origina.

Le installazioni sono composte da diversi tipi di pannelli di vetro sintetico trasparente, disposti in situazioni ambientali differenti (secondo necessità), sui quali sono dipinte figure umanoidi in pose differenti. Alcuni di questi sono appesi con fili di nylon trasparente, altri semplicemente appoggiati agli angoli della stanza o disposti in equilibrio gli uni con gli altri.


Non si tratta mai di lavori astratti. Le ombre proiettate rasentano la realtà, distorcono al massimo le fattezze di ciò che con l’acrilico è dipinto sulla superficie liscia della plastica. Le diverse disposizioni delle lastre combinate all’orientamento della luce, permettono infinite rielaborazioni delle ombre proiettate. Preferisco che i pezzi siano confinati verso gli angoli o i punti di intersezione delle pareti. Questa disposizione permette alle ombre di assumere connotati prospettici simili a prismi.

Si creano delle vere e proprie scenografie, nelle quali gli ibridi mutaforma hanno la possibilità di sovrapporsi, moltiplicarsi e proliferare grazie all’eterea qualità delle condizioni luminose artificiali.




L’ombra, per assurdo, diviene la vera parte consistente dell’opera. Non più un surrogato del corpo materico, ma un effettivo stato dell’essere. E’ solo nel prisma dell’oscura proiezione che l’opera giunge a compimento.

Le installazioni suggeriscono un ambiente immersivo; le varie pareti trasparenti alludono all’infrasottile. L’ombra, unita alla luce originaria, è elemento ultrasottile, materia impalpabile che incarna la superficie, la soglia.

La nozione di infrasottile fu introdotta da Marcel Duchamp ed indica, dunque, non qualcosa di invisibile e trascendente ma si tratta di una presenza al limite del percettivo, un qualcosa di possibile ma di reale, la congiunzione di due stati che ne originano un terzo da cogliere. Dimensione infinitesimale.

In definitiva, un invito a vedere e considerare diversamente il sensibile stesso, nel quale sono sempre presenti le “tracce” di quest’altra dimensione esistente. Quello che vediamo in realtà è soltanto l’ombra di qualcosa che si trova in un’altra dimensione, il suo riflettersi ai nostri sensi limitati.


© Maura Prosperi 2022
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